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BIOGRAFIA DI FILIPPO PODESCHI
FILIPPO PODESCHI disegna fin da piccolissimo grazie ad una cugina che gli insegna le varie tecniche e a Topolino, Paperino, Paperone che copia dal giornalino stesso…
Passa poi al pennarello, e sviluppa nuovi segni, fino alla pittura ad olio. Affascinato dalle vetrate delle cattedrali gotiche viste e visitate in Francia inizia un percorso di pittore del vetro, grazie anche all’amico (Davide) che lo iscrive ad un corso di taglio del vetro e tecnica di montaggio Tiffany…. (era l’ultimo posto disponibile). Oggi Filippo Podeschi è un’artista di grande esperienza nel campo delle vetrate artistiche ed al contempo non manca di essere abile pittore. Numerose le mostre personali e collettive di successo cui ha partecipato. E’ stato Vicepresidente de “la Bottega degli Artisti” fino al 2011.
Filippo Podeschi Nasce a Parigi nel 1956. Compie gli studi scolastici a Marsiglia, dalla quale si trasferisce in Italia nel 1974. Diplomato in informatica. Da sempre interessato al disegno ed a varie tecniche pittoriche (gouache, olio, pastello…) realizza soggettivi figurativi ed astratti per proprio diletto. Solo intorno al 2000 si avvicina al vetro come supporto e mezzo creativo. Da prima con la tecnica tiffany, poi con la tecnica tradizionale del piombo. Continuando in quella ricerca, incontra due maestri dell’arte vetraria, dai quali imparerà i rudimenti dell’antica arte delle vetrate. Da allora, molti progressi sono stati compiuti senza però interrompere una ricerca personale nell’introdurre nuovi elementi in quest’antica arte. Il suo intento è di far entrare nelle case dei suoi stimatori un arte una volta destinata soltanto alla Chiesa, ai nobili ed ai borghesi. Per mezzo delle sue opere retro illuminate ognuno potrà meditare su temi sacri o fantasticare su temi più profani. Alcune opere si prestano ad essere inserite al posto di semplici vetri trasparenti già esistenti in porte, finestre, nicchie…”Un’arte che ci fa credere in un ritorno alla pittura, nel suo caso utilizzando la luminosità del vetro, non più vista come dualismo informale figurativo, né recupero consumistico, o rinuncia concettuale, ma come decisa presa di coscienza, del valore del bello, cui rivolgere ossequiosa attenzione. Un’arte quella di Filippo Podeschi che è letta dall’occhio, ma ancor più propriamente rivolta a stimolare la mente che affascina il cuore ma ancor più l’intelletto”.